Il primo a crollare fu quello che vedeva l'uva come buona essenzialmente per vini piacevoli, ma essenzialmente giovani, di facile bevuta, e stessa fine fece ben presto la teoria che il Sangiovese fosse estremamente esigente circa il luogo in cui era piantato, e cioè che potesse maturare solo alle temperature più calde.
E' bene rilevare, tuttavia, che una viticoltura seria e attenta – associata ad un'elevazione globale delle temperature che caratterizza il clima attuale – permette ora all'uva di ottenere risultati importanti in siti che una volta erano ritenuti impossibili.
In particolare, in quelli ad altitudini oltre i 450 metri sul livello del mare, una volta considerati una sfida impossibile, per posizioni valide solo negli anni più caldi e anche allora non si poteva dire.
Teoria regolarmente smentita dai vini di Lorenzo Ciolfi, un tempo maestro di cantina in un'importante azienda di Montalcino, ma ora operativo in proprio.
Il suo stile di Brunello non è fra i più vigorosi, né potrebbe esserlo, considerando che i suoi vigneti sono fra i più alti della denominazione. Ma eleganza, fragranza e finezza sono proprio quelle dei vini superiori, e la qualità inalterata, anno dopo anno, non mostra segni di cedimento.
I vini della fattoria San Lorenzo non sono affatto carenti in struttura o sostanza, ma mostrano anche l'eleganza, la levigatezza e la raffinatezza che può dare solo una lunga, lenta maturazione. Espressioni del territorio in ogni senso.