Fra le nuove case che hanno suscitato l’impressione più favorevole, Montemercurio deve essere senza dubbio annoverata nell’avanguardia. Benché il vigneto iniziale, piantato negli anni ‘60 dal nonno dei proprietari attuali, fosse di dimensioni alquanto ridotte, oggi la casa lavora – con risultati eccellenti – 10 ettari a vite.
Situati proprio sotto la splendida Chiesa rinascimentale di San Biagio, una delle meraviglie dell’architettura toscana, i vigneti godono di un’ottima esposizione a sud ad un’altitudine ideale di 450 metri sopra il livello del mare e sono coltivati sotto la consulenza esperta di Stefano Dini.
Anche le cantine sono in mani parimenti capaci, quelle di una stella nascente dell’enologia toscana, Emiliano Falsini, che, assieme ai proprietari, ha optato per la scelta intelligente di affinare i vini importanti della casa, i suoi due Vino Nobile, nelle botti, al fine di assicurare una discreta – ma non invadente – presenza del rovere. Piccole botti, purtuttavia botti, non barili, e i vini non potrebbero essere più equilibrati.
Molto credito deve essere riconosciuto alla famiglia Anselmi, la cui perseveranza potrebbe ben servire da modello per un qualche altro noto produttore – consapevoli del fatto di avere vini di ricchezza e vita superiori, non hanno fretta di metterli in commercio.
Sono fra gli ultimi ad uscire in tutta la denominazione, con grande beneficio della qualità. E anche un grande vantaggio per i consumatori che li acquistano.