Gran parte del dibattito sulla Maremma Toscana si è focalizzato sui tanti progetti importanti nati e sviluppati in questo territorio caldo e assolato, una volta popolato da butteri e relative mandrie, ora sito di una viticoltura estesa e ambiziosa.

Uguale importanza è stata data agli investimenti esterni, la grande quantità di capitale impiegato per creare spesso aziende spettacolari fornite di molti ettari e abbellite da impressionanti cantine progettate da famosi architetti.

Vi è un’altra parte del quadro, tuttavia, che merita proprio una certa attenzione. Questa è rappresentata da case di piccola e media grandezza, inizialmente dal carattere semplice ed essenziale ma poi segnate da un significativo percorso di crescita ed espansione, via via che la qualità dell’area e dei relativi vini cominciava ad affermarsi.

La Pierotta, azienda della famiglia Rustici, esemplifica quest’ultimo tipo di produttore. Fondata nel 1957, quando i locali pendii collinari erano coperti da cereali piuttosto che da viti, la famiglia, la cui produzione iniziale di vino era diretta quasi esclusivamente alle esigenze del proprio consumo domestico, cominciò ad organizzarsi per una quantità più sostanziale negli anni ‘70.

Una decisione diametralmente opposta alla tendenza dei tempi, un’epoca in cui erano più le vigne abbandonate che quelle piantate. La nuova politica, tuttavia, dimostrò semplicemente la validità dell’intuizione di Alberto e Floriana Rustici (ora assistiti dai figli Roberto e Simone), che cominciarono a imbottigliare il proprio vino nel 1990, poche migliaia di bottiglie subito prese al volo dai visitatori, principalmente da quelli del nord Europa, lesti ad apprezzare sia la bellezza dell’area che la qualità della produzione.

Nel 1994 nasce in queste terre la denominazione di origine controllata Monteregio di Massa Marittima, oggi affiancata a quella più recente della Maremma Toscana.

L’arrivo di due consulenti enotecnici di grande talento, prima Paolo Benassi, successivamente Laura Zuddas, fece il resto, e 50.000 bottiglie di alto livello sono ora sul mercato.

I conoscitori del vino bianco apprezzeranno il Vermentino, mentre coloro che cercano i rossi di carattere avranno l’imbarazzo della scelta fra: il Selvaneta costituito da Sangiovese con aggiunta di Merlot e Cabernet. Lo Scarilius, Sangiovese in purezza, il Ciliegiolo tipico e raro vitigno autoctono e Terra Solare, un Syrah di grande personalità.