Fu allora, alla fine del XIX sec, che arrivò il flagello noto come fillossera, una peste che si nutre delle radici delle viti e distrugge i vigneti; il risultato è l’attuale totale molto più modesto. Ma la viticoltura dell’Elba, al momento presente, gode di un revival tutt’altro che esiguo e la causa, paradossalmente, è lo stesso fattore che, oltre mezzo secolo fa, ne favorì il declino.
Nei primi decenni del periodo postbellico, le nuove possibilità offerte da visitatori e vacanzieri nel lasso di tempo fra Pasqua e la fine di ottobre, convinse molti coltivatori a lasciare la terra per rivolgersi a occasioni più remunerative, rese disponibili da tali nuovi flussi di arrivi durante i mesi caldi.
Ma lo stesso numero di visitatori, molti mossi da una certa curiosità verso i prodotti dell’isola – vino, olio d’oliva, formaggio – offre ai produttori la possibilità di vendere i vini a prezzi di gran lunga più alti rispetto a quelli dei colleghi sulla terraferma.
Una casa che ha tratto vantaggio dal nuovo clima economico è La Fazenda, situata in una gradevole località nella parte sudorientale dell’Elba, intorno a Capoliveri sulla calda costa meridionale.
La superficie a vigna è piccola, poco più di 13 acri, ma i vini offerti sono quelli classici della denominazione: un Elba Bianco e Rosato e, ancor più importante, un Elba Rosso che amalgama Sangiovese, Merlot, Cabernet e Syrah, quest’ultimo particolarmente idoneo al suolo e al microclima locali.
Le vere specialità, comunque, sono vini passiti, realizzati con la competente assistenza dell’enologa Laura Zuddas: Ansonica Passito e Aleatico Passito di livello davvero elevato.