Non propriamente un procedimento produttivo in cui, con forza lavoro, laboratorio e capitale appropriati, gli esperimenti possono andare avanti, virtualmente, a un ritmo quotidiano.
Tuttavia, vi sono eccezioni alla regola, come sempre, i famosi “apprendisti che imparano alla svelta”, in grado di acquisire in un breve periodo di tempo una conoscenza che altri faticano ad assorbire in anni.
Uno di questi enfants prodiges – per così dire, in fondo anche lui può fare il vino una volta l'anno – è ora all'opera a Montalcino, Roberto Giannelli, egregiamente aiutato dalla dinamica e dotata moglie, Maria Cristina Modonesi. Come molti degli attuali imprenditori di Montalcino, Giannelli arrivò alle uve da una sfera lavorativa del tutto differente, che non lo trattenne più di tanto dopo l'acquisto dell'azienda San Filippo, nel settore orientale del paese.
La scelta in sé rivelò un fiuto sicuro: la proprietà ha vicini illustri come Giulio Salvioni, Diego Molinari e i fratelli Mantengoli. Ben consapevole di aver bisogno di capace assistenza professionale in vigna e in cantina, con una scelta che anche in questo caso si rivelò altrettanto indovinata: Paolo Caciorgna, talentuoso enologo della zona, di grande esperienza.
I vini, sin dall'inizio, anche quelli di un'annata torrida come il 2003, furono assolutamente convincenti. E il ritmo si è accelerato in anni più recenti: i vini del 2006 e del 2007 furono fra i più pregiati di tutta Montalcino, e c'è ogni motivo per ritenere che questa è solo la fase iniziale di una serie lunga e molto gratificante.