Non vi è alcun motivo di essere reticenti nell’affermare che la linea produttiva consisteva, e in parte consiste anche oggi, nella produzione di buoni vini a prezzi convenienti: non tutti, dopo tutto, possono spendere molto per un vino.
La prova più convincente del notevole salto di qualità dell'intera produzione, tuttavia, si è fatta avanti negli ultimi dieci anni ed è senza dubbio grazie ad un passaggio importante nella direzione imposto da Sergio Zingarelli, la cui famiglia ha fondato l'azienda nel 1973.
Stanco forse della mancanza di riconoscimenti, Sergio ha raddoppiato il suo impegno e, oltre alle tante innovazioni in vigna ed in cantina, ha iniziato ad avvalersi da alcuni anni della consulenza dell'enologo Lorenzo Landi, un enologo versatile che ha dimostrato il suo talento sia con aziende vinicole di piccole dimensioni che con grandi case.
Che il potenziale di Rocca delle Macie ci fosse fin dall'inizio non potrebbe essere più evidente visto quel che offre adesso. Poco più di 200 ettari di vigneti sono ampiamente sufficienti per fornire le uve necessarie per le varie selezioni, tutt'altro che piccole le produzioni in termini di numeri: il Chianti Classico Riserva Famiglia Zingarelli conta circa 350 mila bottiglie, il Chianti Classico “single vineyard“ Tenuta Sant'Alfonso, produce circa 45 mila e la Gran Selezione Riserva di Fizzano 30 mila.
Un altro ottimo vino degno di essere menzionato è la Gran Selezione Sergio Zingarelli, che ha debuttato nel 2014 con la tiratura limitatissima di 5.200 bottiglie, mentre il Roccato, un blend di Sangiovese e Cabernet prodotto da anni, è ormai un classico toscano. Ma è il Sangiovese il vitigno più importante per l'azienda, come ha dimostrato l'eccellente Sergioveto, che uscito nel 1985 con la prima annata, sta dimostrato di essere un valido esempio già da trent'anni.